Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XX – 04 marzo 2023.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Disturbi dello spettro dell’autismo (ASD): è ridotta l’elaborazione del feedback visivo. Il nostro presidente molti anni fa ha rilevato l’incapacità di riconoscere i “contorni illusori” delle figure di Kanizsa nei bambini affetti da ASD rispetto ai controlli, e in tal modo ha spesso individuato precocemente il disturbo. Emily J. Knight, John Foxe e colleghi, impiegando le stesse figure e il rilievo EEG (29 ASD e 31 neurotipici; età 7-17 a.), hanno accertato una riduzione di elaborazione del feedback visivo predittivo con conseguente minore analisi delle figure. [Cfr. Knight E. J. et al., Severely attenuated visual feedback in children on the autism spectrum, Journal of Neuroscience – AOP doi: 10.1523/JNEUROSCI.1192-22.2023, Feb 27, 2023].

 

L’attività fisica ha efficacia maggiore dei farmaci in ansia, depressione e distress. L’analisi di 97 rassegne che documentano 1039 trials con 128.119 partecipanti ha evidenziato gli indiscutibili effetti benefici, superiori a quelli dei farmaci, dell’attività fisica nella popolazione generale, nelle persone affette da sofferenza psichica, disturbi psichiatrici e malattie croniche. Ben Singh, Carol Maher e colleghi sottolineano anche l’efficacia di programmi di esercizi motori non necessariamente di lunga durata. La nostra società scientifica, sulla base di evidenze sperimentali anche nel campo della psiconeuroimmunologia, sostiene questa tesi dal 2003 ed è lieta a vent’anni di distanza di presentare questa massiccia raccolta di dati a supporto di un impiego terapeutico e preventivo dell’attività fisica. L’attività fisica associata all’apprendimento di un’arte del vivere salutare e capace di migliorare i rapporti del soggetto col mondo, rendendolo più stabile, forte, sereno e capace di gestire le difficoltà, può cambiare la vita più della ricchezza materiale. [Singh B., et al. British Journal of Sports Medicine – AOP doi 10.1136/bjsports.2022.106195, Feb 23, 2023].

 

COVID-19 come innesco di malattie autoimmuni e multi-infiammatorie. L’infiltrazione di linfociti e monociti in organi specifici, l’accresciuta produzione di autoanticorpi e molecole chemioattrattive costituiscono elementi comuni tra l’infezione da SARS-CoV-2 e numerose malattie autoimmuni e multi-infiammatorie. Su questa base Emina Karahmet Sher e colleghi hanno spiegato il picco di esordi di sclerosi multipla durante l’infezione, insieme con incrementi di ARDS, artrite reumatoide e sindrome di Kawasaki, e hanno verificato una certa efficacia di IFN-γ e modulatori di S1PR. [Sher E. K. et al., Life Science – AOP doi: 10.1016/j.lfs.2023.121531, 2023].

 

Sclerosi laterale amiotrofica (SLA): l’inibizione di PIKFYVE mitiga i sintomi. Shu-Ting Hung e colleghi hanno sperimentato l’inibizione farmacologica della chinasi PIKFYVE in modelli quali C9ORF72, TARDBP, FUS, oltre che della forma sporadica, rilevando l’attivazione di un meccanismo di ricambio non convenzionale che include l’esocitosi di proteine tendenti all’aggregazione. [Cfr. Cell 186 (4): P786-802.E28, Feb. 16, 2023].

 

Il nostro cervello intuisce il significato del linguaggio dei gesti degli scimpanzé. Le grandi scimmie antropomorfe hanno un repertorio stabile di oltre 80 gesti impiegati come segni comunicativi, che costituiscono un patrimonio delle specie. Kirsty E. Graham e Catherine Hobaiter della University of St. Andrews in Scozia hanno studiato la comprensione umana dei 10 gesti più frequenti nello scimpanzé (Pan troglodytes) e nello scimpanzé pigmeo (Pan paniscus) in campione di oltre 5.500 volontari ignari di questa abilità delle scimmie. È stato impiegato come veicolo dei test un apprezzato gioco online, attraverso il quale sono stati proposti 20 video di gesti delle antropomorfe e si è chiesto di scegliere il significato fra quattro possibilità. Solo alla vista dei gesti, le risposte esatte fornite su base intuitiva, senza alcun altro possibile criterio, superavano il 50%. Fornendo informazioni contestuali su cosa stessero facendo le scimmie, le risposte esatte crescevano ancora.

Graham e Hobaiter, che sono impegnate nella realizzazione di un “dizionario dei gesti” delle scimmie antropomorfe, spiegano questa abilità umana con l’esistenza di un comune repertorio ancestrale di gesti comunicativi conservato dal nostro cervello nelle memorie della specie, anche se non direttamente accessibile alla dimensione esplicita della coscienza. [PLoS Biology 21 (1): e3001939, 2023].

 

Il cavallo percepisce e distingue gli stati emozionali umani mediante il fiuto. Plotine Jardat e colleghi hanno impiegato un protocollo di abitudine-discriminazione per testare la capacità di rilevare e distinguere segnali ferormonici umani attraverso l’apparato di decodifica annesso all’olfatto. Campioni di sudore di persone che manifestavano gioia o paura sono stati presentati come odori secondo la procedura e i cavalli hanno mostrato mediante il comportamento di distinguere la gioia dalla paura. [Science Report 13 (1): 3285, Feb. 25, 2023].

 

Registrato per la prima volta il cervello di polpi liberi di fluttuare sott’acqua. Un team multinazionale giapponese, tedesco, svizzero del quale fa parte anche l’Italiana Anna Di Cosmo della Federico II di Napoli, è riuscito a inserire gli elettrodi nel sistema del lobo verticale per il rilievo dell’attività elettrica cerebrale di esemplari di Octopus. Finora era stato impossibile, perché i molluschi, oltre a mancare di strutture dure per l’ancoraggio dello strumentario, con i loro otto tentacoli riuscivano sempre a rimuovere qualunque cosa si provasse a porre sulla superficie esterna del loro vischioso corpo. Gli autori dello studio hanno realizzato un nuovo sistema consistente in un portable data logger e una nuova tecnica, con cui hanno registrato fino a 12 ore di seguito l’attività neuronica mentre sincronicamente veniva ripreso un video del comportamento.

Sono stati identificati vari pattern, presenti in tutti gli esemplari studiati; alcuni di questi ricordano i pattern del cervello dei mammiferi, invece altri, quali episodi elettrici di 2 Hz o grande ampiezza e particolari oscillazioni, non sono stati mai riportati in precedenza.

Questo studio è il primo passo verso la comprensione di come il cervello dei polpi controlli il comportamento. [Gutnick T. et al., Current Biology in pre-print under review, 2023]

 

È stato scoperto come un recettore del gusto accresce la fertilità. Nel moscerino della frutta e dell’aceto, Drosophila melanogaster, elevati livelli di fruttosio derivanti dai glicidi della dieta stimolano Gr43a, il recettore del gusto specifico per il fruttosio presente sulle cellule enteroendocrine (EEC) che, per effetto di questo stimolo, producono e rilasciano il neuropeptide F (NPF), il quale agisce sulle cellule staminali della linea germinale (GSC) determinando un aumento della produzione di oociti dopo l’accoppiamento. [Science Advances – vol 9 Issue 8: 5551, 2023].

 

Lo yoga della risata si conferma efficace anche nell’età avanzata. Su 65 adulti anziani è stato sperimentato un intervento di due sedute a settimana di laughter yoga per quattro settimane. Confrontando gli esiti di test standardizzati del gruppo trattato con quelli di un gruppo equivalente di controllo non trattato, è risultato evidente che gli esercizi di risata hanno ridotto la sensazione di solitudine, hanno accresciuto la capacità di resistere alle difficoltà con stabilità affettiva e migliorato la qualità della vita. [Cfr. Geriatr Nurs. 50: 208-214, Feb. 15, 2023].

 

“Sono nata per amare” spiega Antigone condannata a morte per un gesto d’amore. Imparare precocemente ad assumersi la responsabilità delle persone care è uno dei modi per acquisire, con la capacità di amare, un’efficace modalità psicoadattativa. Gli effetti dell’assunzione di responsabilità reciproca sono particolarmente evidenti nel loro potere di convertire eventi e circostanze negative e frustranti in esperienze positive e gratificanti, capaci di accrescere forza ed equilibrio interiore. Oggi, nell’accezione più comune, l’amore e l’amare sono riferiti al rapporto fisico tra due partner o all’innamoramento; non è un caso che si trascurino o si lascino alla sfera religiosa o filosofica le altre espressioni disinteressate e oblative dell’amore, perché queste richiedono assunzione di responsabilità, e oggi la maggior parte delle persone non vuole e non sa assumersi la responsabilità dell’altro.

Antigone, nell’omonima tragedia di Sofocle in cui Creonte la vuol costringere – pena la morte – a odiare suo fratello e non seppellirlo, perché morto combattendo contro la città, spiega: “Non sono nata per condividere l’odio, ma l’amore”. La legge del cuore di Antigone, che coincide con la legge morale e religiosa, è per lei superiore all’ordine di Creonte: il fratello le appartiene davanti agli uomini e agli dei, anche dopo la morte. Nella Bibbia troviamo, per contrasto, l’estremo opposto: “Dov’è Abele, tuo fratello?” Chiede Dio, e Caino, che lo ha appena ucciso, gli risponde: “Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?” (Gen. 4, 9).

Col dar conto a Dio, la tradizione ebraico-cristiana rende la responsabilità un assoluto imprescindibile. In altri termini, la responsabilità non è questione di nomos: una legge umana che può essere aggirata o la rappresentazione di una forma comportamentale che soddisfa l’occhio del mondo. Nietzsche avversa con grande energia questa concezione, adottando rigorose argomentazioni ateistiche per invalidare il riferimento all’assoluto, e sofisticati mezzi retorici per contestare il valore dell’atteggiamento oblativo cristiano, che ritiene indebolisca l’Io, nella sua idolatria dell’individualismo. Ancora oggi molti sono allineati sulle posizioni di Nietzsche, ma noi ora sappiamo che il modello antropologico nicciano non è “psicologicamente sostenibile” e sublimare l’egotica immaturità affettiva in una strategia per elevarsi a superuomo o oltreuomo rimane un programma irrealizzabile, o parzialmente realizzato in un tipo di disturbo mentale in cui il paziente perde il senso della realtà. [Fonte: Seminario sull’Arte del Vivere, marzo 2023].

 

Perché il maracatù, ritenuto in estinzione in passato, vive in Brasile un’attualità di grande partecipazione. Non sono pochi, tra quanti non conoscono la storia di questa antica tradizione religiosa e artistica, coloro che si sono chiesti cosa volesse dire “maracatù” quando, al tempo del campionato del mondo di calcio in Brasile (2014), si sentiva una canzone in cui c’era un verso che in italiano suona: “Questo samba che è misto di maracatù”[1]. Nell’antica tradizione etnica brasiliana il “maracatu” (pronuncia: maracatù) era considerato allo stesso tempo una religione, un genere musicale, una danza e uno stile di vita. Sì, un modo di vivere che conferiva un equilibrio psicologico attraverso un modo attivo e creativo di affrontare la vita.

Ma qual è l’origine della parola “maracatu”?

Una ricerca filologica di Guerra Peixe conduce alla definizione di Gonçalves Fernandes che riporta la tradizione di un babalorixa, ossia di un “Padre di Santo” della civiltà precolombiana, secondo cui il termine deriverebbe dall’espressione antica di saluto impiegata dai danzatori uscendo dalla porta della Chiesa del Rosario: “Maracatucà”, e tale termine sarebbe stato alternato o scambiato per la parola di origine africana maracatù che Fernandes traduceva con batuque (tamburo)[2].

Il maracatu entra nelle cronache brasiliane del 1600 come manifestazione culturale che accompagna i cortei reali che si tenevano a quel tempo in Brasile. La tradizione orale fa risalire l’origine a una forma di rituale adottato per l’incoronazione del Re del Congo e portata nel Nordeste brasileiro dagli africani venduti come schiavi ai colonizzatori. Nella zona urbana pernambucana (Recife) nasce il maracatu nação, mentre nel contesto delle piantagioni di canna da zucchero, dove si impiegavano gli schiavi come manodopera, nasce il maracatu rural, influenzato fin sul nascere dalla ritualità del candomblé[3].

Oggi l’eredità è quasi esclusivamente artistica e ha perso il carattere di spiritualità animistico-idolatra degli antichi rituali e ormai da generazioni vi sono compositori che scrivono brani musicali secondo questo genere in forma originaria o come versione di samba, ma sempre con gli strumenti specifici di quella tradizione. Anche se nei maggiori studi sociologici classici si leggeva la previsione dell’estinzione in pochi anni, ancora oggi il maracatù si insegna e si apprende.

Abbiamo studiato la questione del successo di questa tradizione al Seminario sull’Arte del Vivere e abbiamo desunto una probabile ragione: il maracatù è andato a innestarsi su una radice antropologica che ha consentito e consente un’identificazione basata su suggestioni di appartenenza ed evocazione di sentimenti, che vanno molto oltre il gradimento di un genere musicale, l’interesse per l’uso di antichi strumenti musicali etnici e la curiosità per i rituali mistico-magici. [BM&L-Italia, marzo 2023].

 

La mente medievale alle origini del mentale moderno e contemporaneo (VII) è una tematica che stiamo sviluppando al Seminario sull’Arte del Vivere (v. Note e Notizie 21-01-23 Notule; Note e Notizie 28-01-23 Notule; Note e Notizie 04-02-23 Notule; Note e Notizie 11-02-23 Notule; Note e Notizie 18-02-23 Notule; Note e Notizie 25-02-23 Notule) per spunti settimanali di riflessione e discussione: qui di seguito si riportano quelli del settimo incontro.

È opportuno a questo punto ricordare che il termine “Medioevo” fu coniato da Francesco Petrarca e che, dunque, la stessa coscienza di appartenere a un’epoca che sarebbe stata considerata dai posteri come un’Età di Mezzo, sembra essere propria dell’ultima parte di questo lungo periodo. La concezione del tempo presente come una fase intermedia in una lunga diacronia di secoli o millenni non doveva essere stata di molti: la consapevolezza di appartenere a un’era cristiana succeduta a quella romana di cultura ellenica sembra il grado più elevato di coscienza storica che emerge per secoli dagli scritti delle personalità più eminenti. La stessa possibilità di concepire un lungo futuro per l’umanità sicuramente non apparteneva alla maggioranza, sia per la diffusione del pensiero apocalittico, sia per la frequenza di prediche e predicazioni di argomento escatologico che rendevano di quotidiana attualità la fine dei tempi[4].

La scorsa settimana si parlava del ruolo delle Autorità e dell’umiltà subalterna dello studioso, che tendeva ad alimentare il lavoro di copia e commento delle opere autorevoli più che la concezione di lavori originali: non si tratta semplicemente di un atteggiamento del ceto intellettuale, ma di un aspetto di un più radicale mutamento antropologico caratterizzato dal passaggio dal modello di uomo costituito dal cittadino romano al modello del seguace della dottrina dell’amore. Dall’Imperatore, personificazione del potere militare, al Servo Sofferente di Jahvé, incarnazione di Dio stesso che si fa umile servitore del prossimo.

Gli Europei si abituarono ad essere eredi e scolari e non più padroni e maestri. Non conobbero l’idea di progresso, tuttavia nelle pratiche economiche e nei percorsi intellettuali molti applicavano l’impegno proprio della vita morale del cristiano, ossia cercare il miglioramento delle prestazioni e la crescita delle abilità.

Per quanto possa sembrare curioso, i documenti storici non lasciano adito a dubbi: dal XII secolo sarà in auge la distinzione tra antichi e moderni, soprattutto in riferimento ai protagonisti della storia della fede e della cultura.

La cultura medievale mancava di una dottrina per il “dominio del mondo con gli strumenti del mondo”, tipica delle società pagane, e quindi sostituisce alla conquista della terra e alla padronanza del mare, l’ampliamento degli orizzonti terreni: per un desiderio esplorativo o conoscitivo tenuto nei limiti del lecito, ricordando la tensione ideale dell’orientamento dal basso verso l’alto, come nel tendere verso la Gerusalemme Celeste.

Ma il processo più importante e meno evidente di tutti è stato nel Medioevo l’interiorizzazione progressiva della vita personale, professionale e sociale, con la crescente assunzione di tutta l’esperienza individuale nella dimensione della vita spirituale. Oggi non facile da comprendere, se non da parte di coloro che vivono una spiritualità profonda. [BM&L-Italia, marzo 2023].

 

Notule

BM&L-04 marzo 2023

www.brainmindlife.org

 

 

 

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[1] Una nuova versione di Mas que nada, la canzone portata al successo internazionale da Jorge Ben.

[2] Lisa Beatriz Boersma, E tem maracatu em Sergipe? Um estudo sobre o baque em Aracaju, p. 9, Universidade Federal De Sergipe, São Cristovão 2020.

[3] Lisa Beatriz Boersma, op. cit., idem. Il candomblé è una religione afro-brasiliana derivata da culti tradizionali africani che si sono in parte sovrapposti a riti credenze delle culture dei nativi brasiliani; a seconda della nazione è diversamente denominato l’Essere Supremo (Olorum, Mawu o Zambi) in un culto caratterizzato dalla personificazione divinizzata delle forze della natura: orixas, voduns o inquices. Fortemente combattuta dai protestanti è invece tollerata dalla Chiesa Cattolica che rispetta le antiche tradizioni e le considera cultura, al pari di quella greco-romana per i cristiani europei, anche in ragione del fatto che molti seguaci del candomblé sono diventati cristiani nei secoli o hanno sviluppato forme di sincretismo compatibili con la spiritualità del Vecchio e Nuovo Testamento. Nel Brasile moderno molti chiamano “santi” gli orixas antichi.

[4] Secondo Jacques Le Goff: “Sotto la nuova forma nucleare ed ecologica l’apocalisse continua ad angosciare gli europei odierni” (Jacques Le Goff, Il Medioevo – Alle origini dell’identità europea, p. 106, GLF Editori Laterza, Roma-Bari 2002.).